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Terrazza rotonda

Turchia a vela: da Kas a Marmaris


25 Agosto 2019 CASTELLORIZZO-KAS (Turchia)

Abbiamo il permesso doganale per uscire dal territorio greco. Dobbiamo farlo entro le 14,00. Quindi un ultimo rabbocco di acqua dolce, colazione, molliamo gli ormeggi e via alla volta del porto di Kas sulla costa turca che dista a circa 1,5 mgl. Durante le operazioni di disormeggio fanno capolino intorno alla barca due tartarughe. Ci dirigiamo verso una rada in cui ci sono alla fonda due splendidi velieri: uno è il “Zefira “ che appartiene al miliardario Loro Piana. Ci ancoriamo di prua ai due velieri, la nostra giornata di mare ha inizio: tuffi, maschera e pinne, nuotatine con il tubo galleggiante etc. Siamo torna in navigazione e,visto le dimensioni ridotte dell’isola, decidiamo di circumnavigarla e di visitare quindi le famose grotte blu (blue cave).

Al nostro arrivo, in prossimità dell’entrata, ci sono pochissime piccole barche con turisti, e quindi anche il nostro approccio è agevole. Attrezzati con maschera ,pinne, tubi galleggianti ci dirigiamo a nuoto verso l’entrata della grotta. Pochi metri e siamo dentro. La luce del sole che filtra proietta sulle pareti dell’ampia grotta fasci di luce color turchese che sono in continuo movimento. Suggestiva.

Le piccole barche entrano facendo sdraiare i turisti sulle panche dove normalmente stanno seduti. La navigazione intorno all’isola riprende, la costa è molto bella, alta sul mare. L’isola, è noto, non ha spiagge per l’accesso al mare. Diamo fondo all’ancora a ridosso di un isolotto piccolissimo e pranziamo.

Oggi il menu’ sarà tipicamente greco: tiropita alla verdura, torta sfoglia alla feta, pomodori e vino locale. Ieri pomeriggio abbiamo fatto visita ad una invitante bakery a Kastellorizzo. Aspettiamo la chiamata telefonica dell’agente doganale per le pratiche ( le ultime finalmente!) di entrata in Turchia.

La chiamata arriva e ci viene assegnato un ormeggio presso il porto vecchio di Kas. Ammainiamo la bandiera greca di cortesia ed in pochi minuti siamo in acque turche. In banchina individuiamo due ragazzi che ci assistono nelle operazioni di ormeggio.

Consegniamo loro i documenti, ed il permesso di ingresso ci verrà rilasciato immediatamente! Il tempo passa ed allora ad uno ad uno scendiamo a terra per ristorarci con la manichetta dell’acqua. Arrivano due poliziotti in borghese per l’identificazione personale ma trascorreranno ancora circa 2 ore prima di ottenere il permesso e poter lasciare il porto. Finalmente il permesso di entrata in Turchia arriva, guadagniamo l’uscita del porto tra una miriade di barche e piccoli caicchi che stracarichi di bagnanti rientrano da una giornata di bagni e sole. La navigazione dura poche mn, ancoriamo per la notte in una baia che abbiamo rinominato “ baia dello squalo” in quanto su un fondale di 4/5 metri i pescatori turchi hanno posato uno squalo di circa 2 metri in cemento. A prima vista è un bell’impatto, specialmente per chi come me ha la maschera costantemente appannata! Lo copia in cemento ricorda uno squalo vero che ad inizio degli anni 50 imperversava in queste acque e ha dato parecchio filo da torcere alla popolazione locale. Per fortuna si è alzata una brezza che renderà piu’ confortevole la nostra permanenza a bordo specialmente notturna. La baia è protetta, il mare una tavola, la barca immobile .


26 agosto 2019 KAS – KASBAK


Alle 8.00 siamo nel pozzetto e decidiamo l’itinerario odierno. Dovrebbe essere direzione KASBAK . Il tempo per il primo tuffo della giornata e partiamo e subito caliamo la traina in mare nella speranza di migliorare il numero di prede catturate nei giorni precedenti. Poche miglia e la canna da pesca ci segnala che qualcosa ha abboccato ! Roberto recupera la lenza e tiriamo a bordo un piccolo tonno.

Nel frattempo con Fabio al timone, siamo nella baia di Yesilkoy Koyu. I pini marittimi arrivano fino alla battigia, l’acqua è cristallina diamo fondo all’ancora e tutti in mare. Maschera, pinne, tubi galleggianti, tutto in acqua. Oggi si aggiunge una nuova attività : la raccolta dei molluschi che i turchi chiamano ostriche e propongono nei ristoranti che mangeremo come deliziosi antipasti. Il pranzo oggi è a base di frittata di zucchini, torta di riso, pomodori ed altri stuzzicanti piatti. Oziamo un po’ sul dopo pranzo ma poi riprendiamo la navigazione. La bella spiaggia di Patara ci accompagna a dritta per circa 3 mn, la conformazione delle dune, il colore ocra della sabbia, e la rara vegetazione a cespuglio mi ricordano il tratto di costa “ Le Marze” nel litorale di Grosseto. Sulla spiaggia pochissimi bagnanti, in quanto facendo parte di un parco archeologico l’accesso è regolamentato e a pagamento. Il pomeriggio trascorre tranquillo, la barca scivola dolcemente sull’ acqua. In linea retta siamo a 45 mgl da Marmaris. Proviamo l’ancoraggio in alcune baie molto belle, ma la notevole profondità del fondale non permette un ancoraggio sicuro anche in vista della notte. Facciamo la spola tra due baie che sulla carta sono riparate ed hanno un fondale accessibile ed alla fine diamo fondo nella baia di Kebak in cui è situato un villaggio/campeggio con costruzioni in legno molto ben integrate con la vegetazione.

Siamo in compagnia di noiosissime piccole vespe che per fortuna non fanno danni a nessuno di noi. Al tramonto magicamente spariscono. Il tramonto è da cartolina.

Questa sera Roberto cucina sugo di pesce, crostini vari, e pasta all’arrabbiata. Due primi a scelta: una novità! Ciambellone, caffè, mirto, limoncello a volontà (come sempre), tanto la cuccetta è a pochi metri. Si chiacchiera e si ride fino a tardi e poi tutti a letto. La serata è fresca e un leggerissimo rollio farà ballare la barca fino all’alba. Un piacevole ausilio al sonno.


27 agosto 2019 KABAK-KIZIL ADASI

Alle prime luci dell’alba lo sciame di api ritorna a farci visita e quindi siamo costretti a3 salpare l’ancora e cercare un posto migliore dove fare il bagno e colazione. La scelta cade su una baietta antistante la spiaggia di Oludeniz.

Questa è segnalata sulle riviste specializzate come una delle piu’ belle spiagge della Turchia. Sinceramente non ci è piaciuta. Caliamo l’ancora, bagno e colazione Ripartiamo direzione il golfo di Fethiye che sarà la nostra meta per i prossimi due giorni. Poche miglia e siamo in prossimità della piccola isola Gemiler ( isola san Nicola) con resti di case rupestri di pescatori del 200 a.c.. Numerosi manufatti bizantini sia fuori terra che sott’acqua. La vista è magnifica, varrebbe la pena di fare una visita.

Continuiamo la navigazione e ci concediamo un bagno ristoratore in acque profonde.

Ormeggiamo alla boa in una baia che soprannominiamo “ baia dei sub” a causa dei numerosi diving . L’odore invitante dei grill dei caicchi ci ricorda che è ora di pranzo e quindi non ci tiriamo indietro. Entrando nel golfo di Fethye, a dritta, c’è un elegante ed esclusivo villaggio turistico che ospita anche un marina privato.

Ci avviciniamo al porto e vediamo un lungo pontile in cemento che ospita grandi yacht e aliscafi, per noi è troppo alto sul livello del mare e lo sbarco a terra sarebbe faticoso e pericoloso. Optiamo quindi per la banchina comunale, peraltro logisticamente anche piu’ vicina al centro storico.

Fabio da buon capitano ha socializzato con il proprietario francese della barca ormeggiata a fianco a noi, che, per 10 euro ci ha concesso la sua manichetta per rabboccare i serbatoi dell’acqua. Poi ci ha ripensato e ritenendo 10 euro troppi per il servizio acqua, restituisce 5euro. Alla nostra partenza saluti ed il tradizionale “bon vent”. Usciamo dal porto che sono ormai le 18,30 e ci dirigiamo ,per l’ormeggio notturno, in una baia dell’isola di Deliktas Adl. Siamo in compagnia di un caicco ed uno yacht privato che dopo poco il nostro arrivo lascerà l’ormeggio. Siamo a ridosso dei venti piu’ temuti, da nord, il mare è piatto, l’acqua cristallina e ne consegue un ormeggio facile e sicuro. Ancora in mare, barca alla ruota. Ceniamo, antipasti fantasia e kebab, patatine, pomodori, vino ,birra.


28 agosto 2019 KIZIL ADASI – TERSANE ( baia del kebab)


Lasciamo Kizil Adasi, la prima delle 12 isole del golfo di Scopea di fronte alla città di Gogek e ci dirigiamo verso la famosa baia di Cleopatra, piccola insenatura a sud-est della baia di Monastyr Koyu. Nel breve tratto di mare che ci separa, Roberto, gasato dalla pesca di qualche giorno fa’, fila in mare la lenza. Pochi minuti e recupera, la preda sembra pregiata e saporita. Issiamo a bordo un bel sacchetto di plastica nera!!

L’acqua della baia di Cleopatra è stupenda, di un blu intenso! I pini, verdissimi, come sempre arrivano fino a pochi centimetri dal bagnasciuga.

Filiamo l’ancora, e poi maschera, boccaglio, pinne tutti in acqua a nuotare tra i resti semisommersi di una cattedrale Bizantina. Il bradisismo colpisce duro in questa zona , anticamente la cattedrale si trovava sulla terraferma in riva al mare. Ora, a causa del

fenomeno del bradisismo, le sue mura giacciono tra pesci e bagnanti. Il bradisismo, in questo caso definito positivo, consiste in un lento e costante abbassamento del suolo.

Definiamo quindi questa escursione una “nuotata ludico-culturale-rinfrescante”.

Risaliamo pigramente a bordo, salpiamo l’ancora e a velocità ridottissima, per ammirare il paesaggio, percorriamo circa 1,5 mgl ed ancoriamo in una piccola spiaggia con alle spalle una piccola valle di ulivi selvatici. Aperitivo con tartufi e vino bianco stasera ma è caldo, non c’è un filo d’aria! Nel primo pomeriggio facciamo rotta sud-est verso la baia delle Tombe Rupestri scolpite nella roccia e sono ben visibili dal mare. Fotografie a raffica e poi rotta verso l’isola di Tersane. Entriamo in un piccolo fiordo che termina in una baia ben riparata attrezzata con boe per ormeggio ed un traballante pontile galleggiante che diparte da una tipica taverna a gestione familiare. Una rivista specializzata scrive che cenare qui è gustoso e moderatamente economico e quindi prenotiamo un ormeggio al pontile e la cena per le 20,00. Dopo di che andiamo a fare un bagno nella baia vicino dal nome impronunciabile e che noi ribattezziamo Baia delle Capre. Il perché è presto detto, sulla spiaggia pascolano due capre alla ricerca del sale formatosi tra gli scogli.

L’acqua è calda, pulita ma con poca visibilità, il fondale è fangoso e il via vai dei caicchi alimento la torbidità dell’acqua. Salpiamo l’ancora e dopo circa 1 mn rientriamo nel fiordo, quindi all’ormeggio al molo galleggiante.

Poche barche, sinonimo di tranquillità. Bene. Andiamo a terra per vedere il menu’ della taverna, pesce o carne? Dopo sopralluogo in cucina con relativo assaggio decidiamo per 6 porzioni di capretto al forno, 1 pesce alla griglia, 1 coscia di pollo al forno. I turchi, come i greci, benchè abbiano centinaia di chilometri de coste ed innumerevoli isole son fondamentalmente legati piu’ alla pastorizia che alla pesca. Da qui la nostra scelta sul menu’. Aperitivo a bordo e poi a cena sotto una pergola con bouganville gigante ad un passo dal mare. La taverna è molto semplice ma confortevole, la proprietaria, che precedentemente aveva le funzioni di nostromo-ormeggiatore del pontile galleggiante, ci serve con cortesia gli antipasti, red wine, birra e l’abbondante bread. A seguire le portate come da ordinazione delle 18,00. Rimaniamo tutti abbastanza delusi. Terminiamo la cena con l’anguria che non manca mai sulla tavola turca. Il conto 30,00 € a persona ci sta per la location, un po’ meno per il cibo. Risaliamo a bordo comunque contenti della piacevole serata, e' ora di coricarsi, io nel pozzetto il resto dell’equipaggio prova nelle cuccette. Verso le due, anche la Paola sale a dormire nel pozzetto. Buona notte.


29 agosto 2019 TERSANE-EKINCIK


Partenza all’alba, dobbiamo navigare 24 mn per visitare i resti dell ‘antica Caunus con le tombe Licie che da millenni affascinano i visitatori. Sono circa le 10,00 quando siamo in vista della foce del fiume Koycegiz inizio della nostra escursione al sito archeologico di Kaunus e la visita alle tombe Licie.

Cerchiamo quindi un ormeggio sicuro per la barca, due di noi rimarranno a bordo, ci accordiamo con un barcaiolo che nel frattempo è venuto sottobordo per un tour di 2 ore che comprende l’escursione lungo la laguna dell’estuario e la visita a piedi (sigh!!!) al sito archeologico di Kaunus. La lingua di sabbia bianca che protegge l’estuario è piena di ombrelloni multicolore e naturalmente di bagnanti e si protende per alcune decine di metri anche all’interno della zona navigabile. I barconi carichi di turisti, sono costretti alla fila indiana per evitare la secca. Passato questo imbuto la navigazione prosegue spedita e sicura nei numerosissimi canali navigabili tra rigogliosi canneti di laguna.

All’ingresso un addetto, al passaggio di ogni barcone, attiva una barriera semisommersa che serve a limitare al massimo l’uscita dei pesci dalla laguna. Lungo le rive del canale principale numerosissime sono le abitazioni private, i resort e gli alberghi che si mimetizzano perfettamente con l’ambiente circostante.

Dalyan è senza dubbio una località turistica di pregio frequentata prevalentemente da turchi. Attracchiamo ad un piccolo molo in cemento da cui partirà la nostra escursione via terra al parco archeologico di Kaunus.

Circa 800/900 metri a piedi su strada prevalentemente sterrata e poi anfiteatro ( ben conservato), colonne (alcune rifatte) scalinate, reperti distribuiti nell area del parco. La visita continua, foto su foto, la vista sulla laguna sottostante è veramente bella. La visita volge al termine e rientriamo quindi al barcone.

Risaliamo ancora il canale principale ed in una ansa di questo, magicamente appaiono sulla parete rocciosa le splendide tombe Licie riccamente lavorate. E’ incredibile il lavoro che l’uomo ha fatto piu’ di 2000 anni fa per seppellire i morti. Nella parte sinistra della parete anche tombe piu’ semplici, praticamente dei pertugi perfettamente quadrati scavati nella roccia.

Anche qui foto e ha inizio il piacevole ritorno all’estuario del fiume dove troveremo Altea,la nostra confortevole casa da 13 giorni. Lungo il percorso vediamo un piccolissimo traghetto della capacità di max. 4 auto che collega le due sponde del canale.

Siamo quasi alla fine dell’escursione ed in prossimità della lingua di sabbia bianca, vediamo l’immancabile ormai tartaruga. Siamo in prossimità di Altea ed il comandante del barcone accosta per facilitare il trasbordo. Bagno ristoratore, poi pranzo a base di cuos-cous tonno e pomodori e l’immancabile bocconcino finale a base di pane e Nutella. Il tempo passa in fretta, salpiamo l’ancora e andiamo alla ricerca di un ormeggio sicuro che ci permetta una notte tranquilla come è stato fino ad ora. L’ormeggio, alla ruota, lo troviamo nella baia di Ekincik. L’acqua è limpida, il fondale sassoso la scogliera alta sul filo dell’acqua. Nuotata fino alla piccola spiaggia poi essendo presumibilmente l’ultima sera a bordo(sigh!!) ed essendo la cambusa ancora ben rifornita gli chef si sbizzarriscono piu’ che mai ed in tavola arriva una quantità industriale di cibo. Pasta al pomodoro, verdure in padella, wurstel, piselli, pomodori, pesce finto. Non c’è un filo d’aria.


30 agosto

EKINCIK-MARMARIS


Notte afosa, piu’ o meno tutti accusiamo il gran caldo notturno. Appena svegli, tuffo in acqua sia per ristorarci che per cercare di sfuggire alle numerosissime mosche che hanno preso possesso del pozzetto. Colazione e poi piano piano ci dirigiamo verso Marmaris dove ,entro le 17,00 dobbiamo fare il check-out alla barca.

La partenza del transfer per l’aeroporto di Dalaman è prevista per le 5.00 di domani.

Da Marmaris ci separano circa 17 mgl, Roberto fila in mare la traina e quest’ultimo tentativo di pesca sarà premiato con la pesca di un piccolo cefalo. In compenso, in fase di pulizia del pescato, il secchio di servizio cade in mare e in un battibaleno affonda. Peccato, era il miglior secchio di bordo degli ultimi anni. A terra provvederemo ad acquistarne uno nuovo.

La navigazione procede tranquilla, passiamo al limite delle acque libere di una importante base navale militare che, nascosta dietro un piccolo promontorio, noi non vediamo. Siamo in vista di Turunc, ci ancoriamo in una bella baia ( 36°47’ 082 N ) e con piacere apprezziamo una fresca brezza da nord. Il tempo passa veloce ed è ora di fare rotta verso il marina Dobbiamo fare il pieno di carburante e svuotare i cassoni delle acque nere. Al distributore di carburante abbiamo due barche prima di noi, le operazioni avvengono con maestria e cortesia ma comunque ci vuole circa una ora prima di lasciare l’ormeggio del distributore. Alle 16,00 siamo in prossimità dell’ormeggio assegnatoci ( G27), i marinai ci assistono nella manovra sia da terra che salendo direttamente a bordo. La barca è all’ormeggio. Poche decine di minuti e sale a bordo il responsabile dell’agenzia per iniziare il check-out : bicchieri, piatti, coperte, carte nautiche, dotazioni di bordo, torce, tutto viene controllato con efficienza e cortesia.

All’esterno il nostromo con tre marinai controllano vele, salpancora, cime di ormeggio, tender, livello del carburante. Il sub controlla lo scafo immerso. E’ tutto ok, ne eravamo certi ed ora il nostromo ce lo conferma. Abbiamo trattato bene la nostra casa galleggiante e lei non ci ha tradito anzi ci ha riservato una CALDA vacanza! Prepariamo i bagagli, domani la partenza è all’alba! Sono circa le 22.00 e siamo tutti riuniti nel pozzetto di Altea. Bisogna chiudere in bellezza ed allora ciambellone, mirto, prosecco e tutto quello che la cambusa offre. La vacanza è veramente finita.

Domani volo aereo Dalaman-Istambul-Bologna e da qui van per La Spezia.










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