La Valle del Todra, la magia di Tamtattouche, la valle delle Rose, Ait Benhaddou e ancora attraverso l'Atlante ....
La valle del Todra: uno stretto passaggio tra le rocce di un canyon che introduce in una fiabesca pianura, e ad un piccolo villaggio Tamtattouchte. Per raccontarla occorrerebbe una tela e una scatola di colori e non basterebbe, ma ci provo.
Immaginate una pianura di erbe verdi, tutte le tonalità del verde da quello più chiaro, a quello più intenso che conoscete, incastonata tra montagne di color rosso, ocra, dorato e sullo sfondo un cielo azzurro e ancora piccoli gruppi di costruzioni più simili ai castelli di sabbia costruiti dai piccoli sulle spiagge che ad un vero villaggio.
Il luogo è incredibile, le foto sebbene scattate con un ottima reflex non rendono merito. In questo luogo si può dormire in due posti, un alberghetto molto sporco con i bagni in comune con porte tipo saloon ad altezza wc (!!!) o in una strambissima struttura costruita da un tedesco con i sette nani e le tende colorate del circo ma pulita con bagni chiusi da normali porte. Sebbene preferiamo strutture del posto, abbiamo scelto la seconda, l'hotel Baddou
Abbiamo conosciuto un ragazzo e ci ha invitato ad un matrimonio, così di nascosto dal burbero proprietario dell'hotel siamo scesi sino al fiume dove si stava celebrando un matrimonio berbero. Avevo paura, ma il ragazzo ci ha presentato ai genitori degli sposi che ci hanno detto che eravamo i benvenuti, ma niente foto. I matrimoni a Tamtattouche sono molto lunghi e complicati preceduti da una prova, i ragazzi vengono condotti in un piccolo capanno lungo il fiume e lasciati soli per un giorno intero, poi lo sposo ritorna dalle famiglie per comunicare se intende sposare la ragazza, e solo a questo punto cominciano i festeggiamenti che durano tre giorni durante i quali tutti collaborano per sistemare la casa per gli sposi. Al buio illuminato da fuochi hanno ballato e cantato al ritmo delle mani e di alcuni strumenti a percussione in cerchio sino a tardi.
Quinto giorno - Al mattino abbiamo incontrato un signore che ci ha voluto offrire un te nella sua casa, ci ha fatto visitare una di queste case a tre piani contruita interamente impastando terra e paglia, all'interno un piccolo giardino con un orto e un paio di asini e poi la casa senza alcun mobile e arredo, un focolare all'aperto per cuocere con pentoloni e tappeti e stuoie per dormire all'interno, solo una nicchia scavata nella terra con sei bicchieri di vetro, una teiera di peltro, e due scatole zucchero e the tenute come un tesoro per accogliere gli ospiti. Ci ha raccontato di come le piogge rovinino la casa e lui debba in continuo ripararla, ci ha fatto vedere con orgoglio il suo bagno, un piccolo vano vuoto di terra e noi siamo sprofondati nell'imbarazzo più completo davanti alla sua generosità.
Vista la bellezza di questa valle abbiamo cambiato idea ci siamo diretti ancora più all'interno della valle, verso nord con l'intenzione di risalire l'Atlante sino ad Imichil che distava circa 60 chilometri, il paesaggio era sempre più incredibile ma la strada si faceva sempre più brutta, abbiamo attraversato il greto di un torrente e siamo arrivati in un ksor, un gruppo di case in terra ma nessuno ci sapeva dire se la strada era aperta e praticabile perchè non ci sono auto in questa valle. Così abbiamo deciso di abbandonare e tornare indietro
Dopo le gole del Todra abbiamo preso la strade per Gorges du Dades, un altro luogo incredibile con piccoli paesi come Ait Timgoute.
Al ritorno abbiamo imboccato la famosa Valle delle Rose, chiamata così perchè le casette sono recintate con roseti che all'alba le donne raccolgono per produrre saponi, detersivi, profumi. La valle è attraversata da una strada sterrata che corre vicino al greto del torrente, è molto abitata con le solite casette in terra costruite vicino al torrente e offre scenari incredibili
Sesto giorno - Abbiamo attraversato le gole del Dades sino alla Kasbah di Taurit e ad Ait Benhaddou, dove sono stati girati molti film. Non abbiamo incontrato gruppi turistici ma le bancarelle di souvenir erano numerose. Per rientrare a Marrakech abbiamo deciso di prendere una deviazione sino a Tamdaught, dove stavano registrando La fattoria, e ancora su attraverso l'Atlante.
Scelta un po' avventata, perchè la strada sterrata è diventata sempre più stretta, ripida e dopo qualche km non era più possibile tornare indietro. Un posto indimenticabile, anche se quando abbiamo raggiunto il punto più alto dopo due o tre ore eravamo un po' tesi per il timore di rimanere senza carburante e di non riuscire a raggiungere Marrakech in serata, poi in un luogo apparentemente deserto, dal nulla è comparso un ragazzino a venderci collanine, ci ha fatto sorridere e tranquillizzare.
In serata arrivati a Marrakech, Nadjra ci ha raggiunto in periferia per aiutarci a raggiungere la medina e il riad “Le couture d'oriente” con l'auto.
Aperitivo e cena da turisti nella bella terrazza sulla piazza Dieelma El Fna in un locale molto carino.
Settimo giorno - Una giornata nel souk dedicata agli acquisti, non abbiamo saputo resistere e abbiamo acquistato tajìne, un lavabo in ottone fatto a mano, tarocchissime Nike e ancora spezie e profumi poi come d'uso qui, prima del tramonto ci siamo diretti verso Diejma El Fna per un aperitivo sulla terrazza più famose della piazza e concessi una cena veramente speciale nel giardino interno del riad lontano dal caos della medina. E' stato un viaggio che rimarrà per sempre nei nostri cuori, e che consigliamo a tutti coloro che amano la natura.
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