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Terrazza rotonda

Turchia: Istanbul e la Cappadocia

Con un volo prenotato on line delle linee Turkish Airlines da Milano abbiamo raggiunto Istanbul, all'arrivo abbiamo trovato ad attenderci il pulmino dell'albergo Grand Segnour che ci ha portato direttamente nel centro, nel cuore di Sulthanamet.

Primo giorno

L'albergo è piccolo ma molto piacevole ed ha una splendida posizione, da lì si possono raggiungere a piedi tutti luoghi più famosi della città. Siamo saliti sino alla grande piazza tra la Moschea Blu e Santa Sophia, un luogo indubbiamente molto affascinante in una cornice di tulipani multicolori. Poi a piedi siano arrivati sino a Kumkapi, il quartiere dove si svolge il mercato del pesce e abbiamo cenato in un localino sul mare.

Istanbul è città di confine tra Europa e Asia, tra il mondo islamico e quello occidentale, ma è una città aperta, ricca di verde e molto occidentale con molte donne a viso scoperto, ho visto una città che vuole europeizzarsi senza perdere le proprie tradizioni. Sono rimasta molto impressionata dalla popolazione, cordiale sempre disponibile.

Secondo giorno – colazione in albergo e poi il grand Bazar, un enorme mercato coperto, un souk orientale con innumerevoli porte, il mercato è un immenso bazar, contiene 4000 piccoli negozi che in gran parte vendono merce taroccata per turisti, per scendere al porto si attraversa il quartiere egiziano e il mercato delle spezie e da li si giunge al Bosforo, un ponte collega il corno d'oro con la Istanbul moderna. Siamo saliti nei giardini per visitare il Topkapi e il famose diamante a cucchiaio e abbiamo passeggiato sino a sera, cenetta in un locale molto carino vicino all'albergo, puntatina in pasticceria per assaggiare i dolci turchi.

Terzo giorno – la prenotazione online di aereo, albergo e auto a noleggio qualche apprensione la suscitava, soprattutto perchè avevano voluto acconti irrisori e avevo scoperto che la compagnia di noleggio era greca, invece ore 9.00 l'auto un fiat Doblo con soli 3000 Km era davanti al nostro albergo. Attraversato il ponte che collega il Corno d'oro ci siamo diretti verso il ponte sul Bosforo nonostante il traffico non abbiamo incontrato grosse difficoltà ad arrivare al ponte che collega Asia e Europa e poi via verso Ankara. Le autostrade sono molto belle e quasi deserte, il paesaggio vicino ad Istanbul era normale, la periferia senza degrado di una grande città ha poi lasciato il posto alla campagna, unica variante interi quartieri in costruzione, enormi, nei posti più impensati e completamente disabitati che aumentano a dismisura avvicinandosi alla periferia di Ankara, sembra siano legati alla forte urbanizzazione, un signore ci ha spiegato che si costruiscono interi quartieri in pochi giorni, senza servizi e senza rifiniture in modo che chi emigra dalle campagne verso la città possa trovare un tetto. Non ci siamo fermati ad Ankara e siamo scesi ancora a sud per arrivare il più vicino possibile alla Cappadocia.

Ci siamo fermati per dormire in un centro termale Kirksehir l'albergo non era male, era un albergo termale un po' fuori moda nei tessuti e colori, per la cena abbiamo scelto un localino tipico dove alcune ragazze turche ci hanno aiutato a ordinare, non è stato facile, comunque alla fine è arrivato un piatto enorme su tre piani di verdure, riso e non so che altro. I prezzi però sono scesi notevolmente, non sono neppure paragonabili a quelli di Istanbul, unica nota dolente è la difficoltà a trovare la birra, abbiamo provato la loro bevanda, un intruglio biancastro ma non ci è piaciuta, però ci spiaceva farglielo capire e abbiamo camuffato annaffiando una povera palmetta....


Quarto giorno – Avanos, eccoci in Cappadocia. Abbiamo cercato una pensioncina e abbiamo trovato un localino una pansyon (un piccolo bed breafast con 4 o 5 camere e abbiamo deciso di fermarci per due notti e abbiamo prenotato anche la cena.

La pansyon è in parte scavata nella roccia come quasi tutte le case del paese e la parte nella roccia è la parte migliore della casa, perchè qui in Cappadocia il clima ha un escursione termica enorme in questa stagione si passa da 0 la notte a 20 il giorno ma in estate si raggiungono i 45 gradi sopra e i 20 sotto zero in inverno sempre con una escursione elevata tra il giorno e la notte. I locali scavati nella roccia mantengono sempre una temperatura di circa 13/18 gradi.

Da Avanos siamo andati a Zelve, il tempo non è bello ma il paesaggio è fiabesco con queste enormi rocce fatte a fungo tra meli e mandorli in fiore

A Pasa Bagi in una piccola area si raggruppano decine di enormi funghi di tufo. Zelve è una città quasi interamente scavata nella roccia, un paesaggio spettacolare, così come Orthaisar. In realtà in questa zona i paesi sono molto simili, il paesaggio rurale, con formazioni calcaree incredibili di tutti i colori, che somigliano incredibilmente ad una meringa, paesi scavati in questa roccia friabile e case costruite con la roccia.

Sulla strada del ritorno siamo passati da Goreme, dove ci sono alcune chiese rupestri scavate nella roccia e si possono ammirare graffitti. Anche a Goreme il paesaggio è veramente mozzafiato. Giunti ad Avanos cadevano fiocchi di neve, misti a pioggia e abbiamo deciso di procurare noccioline e qualche stuzzichini e di prendere un aperitivo in camera. Le camere della pansyon sono molto caratteristiche e ad orari fissi la voce del muezzin si diffonde per tutta la vallata, inizialmente proviene dalla moschea più grande, poi si unisce a cento altre voci e spazia tutta la vallata.

Per cenare siamo scesi in una grotta scavata sotto le camere che manteneva la temperatura, una grotta molto profonda e ci siamo seduti tutti in un unico tavolo con un francese arrivato per girare la Cappadocia in bicicletta, alcuni americani e il proprietario che per fortuna parlava un inglese che siamo riusciti a comprendere. Abbiamo mangiato molto bene e chiaccherato un pò a gesti, un pò in inglese, è stata una piacevole serata.


Quinto giorno

E' Aprile, ma la neve questa notte ha imbiancato Avanos e le montagne di questo grande altopiano, il canto del Muezzin risuona spesso a orari precisi in tutte le vallate. E' come stare in una fiaba. Al mattino subito dopo la colazione abbiamo attraversato molti piccoli paesi e valli, uno scenario molto suggestivo e abbiamo raggiunto Derinkuyu, una valle dove si possono visitare abitazioni troglodite.

Non ci sono turisti in giro e il paesaggio è veramente particolare. La valle è molto aspra e ci sono rocce, enormi coni rovesciati di pietra con intagliate le finestre che sembrano nidi di uccelli, ma avvicinandosi a piedi si può entrare all'interno ed è veramente stupefacente, perchè si accede a centinaia di piccole abitazioni ancora intatte con gli arredi scavati nella roccia e piccole finestrelle che fanno entrare la luce ma proteggono dal freddo. Le case sono ricche di affreschi e molti sono ancora intatti e raffigurano scene religiose e di caccia

Sulla strada del ritorno abbiamo raggiunto le città sotterranee, la più importante si estende per 10 piano sotto terra, la visita è a pagamento ma vale la pena di scendere nella viscere della terra a vedere come vivevano e si proteggevano dal freddo e dalle invasioni le antiche popolazioni che popolavano la zona.


Una breve deviazione ci ha portato a Inari........................una profonda valle con moltissime abitazioni scavate nella roccia.

Da qui abbiamo raggiunto Uckisar: uno splendido colpo d'occhio e una miriade di viuzze tra case costruite con la roccia di questi luoghi.

Sesto giorno

Al mattino abbiamo fatto una sosta al mercato della frutta e verdura di Avanos, i venditori sembravano contadini scesi in città per vendere i loro prodotti, verdure e spezie soprattutto ma anche olio, latte e formaggi, ultima tappa a Goreme e poi via verso Konia

foto di P. Fregosi e F. Majoli










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